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La città sull’acqua senza l’acqua


Passeggiando per Venezia noterete che al centro di ogni campo, o nelle calli più larghe, ci sono delle costruzioni in pietra bianca di forma circolare e con una copertura in metallo; sono le vere da pozzo veneziane. Li trovate al centro dei cosiddetti “campi”, si, perché si tratta di quelli che furono campi agricoli! Ecco la differenza tra “campo” e “piazza” a Venezia. Ed ecco la differenza tra una visita a Venezia fai da te ed una visita in compagnia locale che ne svela tutti i segreti! Che dici di combinare questa magia con quattro morsi e quattro sorsi? dai un’occhiata ai nostri tour gastronomici di Venezia!

Si vede ma non si beve

L’approvvigionamento dell’acqua potabile è sempre stato un problema per Venezia, l’acqua dei canali è salata e non ci sono sorgenti nelle isole della laguna; Venezia è infatti una città che, come dice lo storico Marin Sanudo “è in acqua ma non ha acqua”. All’epoca dei primi insediamenti l’acqua potabile era importata a Venezia dalle sorgenti della terraferma; con l’aumentare della popolazione questa operazione divenne estremamente costosa, ecco perché il vino andava per la maggiore! Quindi si decise di iniziare a costruire delle cisterne per raccogliere l’acqua piovana. L’aspetto esterno è simile a quello di un pozzo ma il loro funzionamento è diverso, vengono costruite scavando un buco della profondità di circa 3-4 metri, viene rimossa la terra in eccesso e il fondo è coperto da uno strato di argilla per impedire le infiltrazioni. Lo scavo viene infine riempito di sabbia di fiume che funziona come un filtro naturale, l’acqua piovana è raccolta attraverso dei tombini posti sulla superficie, la sabbia ne filtrava le impurità e lasciava passare solo l’acqua pulita che veniva poi accumulata al centro della cisterna. L’acqua era infine raccolta dai residenti della zona attraverso un sistema di carrucole, i popolani usavano le vere da pozzo pubbliche, mentre le famiglie nobiliari avevano le proprie cisterne private all’interno dei loro palazzi. All’inizio del 1300 a Venezia si contavano un centinaio di vere da pozzo, nel 1800 ne erano presenti circa 7000, oggi ce ne sono circa 600, non più funzionanti e con solo scopo decorativo.

Pozzi da Confraternita

Le vere da pozzo sono realizzate in pietra d’Istria, che le rende molto resistenti all’erosione e spesso sono decorate con motivi astratti oppure con iscrizioni o bassorilievi relativi alla famiglia nobiliare o alla Scuola che ne aveva finanziato la realizzazione. Le Scuole a Venezia erano delle confraternite di laici che si riunivano in nome di Gesù, della Madonna o di un Santo Patrono e svolgevano azioni di carità e assistenza ai bisognosi. Una delle Scuole più importanti era quella dedicata a Santa Maria della Misericordia, nel sestiere di Cannaregio. Sorta nel 1300 su un’isola chiamata Val verde, questa confraternita fu molto influente nella vita sociale di Venezia, costruì molte strutture e finanziò il pozzo (nella foto) situato in campo dell’Abbazia. Questa vera da pozzo costruita nel 1300 in pietra d’Istria è decorata su tre lati con bassorilievi che rappresentano membri della confraternita inginocchiati con in mano il simbolo della scuola, la sigla SMV (Santa Maria Valverde). Se vedete questa sigla su altri edifici a Venezia, significa che la loro costruzione è stata finanziata dalla stessa confraternita.

Acquaroli e piovan

L’acqua raccolta nelle vere da pozzo era molto preziosa per la città; la loro gestione, per evitare gli sprechi, era di solito affidata al parroco della chiesa più vicina, in dialetto veneziano il parroco è il piovan, letteralmente l’uomo della pioggia, essi avevano il compito di aprire le cisterne per l’approvigionamento d’acqua la mattina presto e di richiuderle al tramonto. Nel 1500 la richiesta d’acqua era talmente elevata che le vere da pozzo non erano più sufficienti e si iniziò nuovamente ad importare l’acqua dalla terraferma. Questo servizio era gestito dagli acquaroli, che caricavano l’acqua potabile sulle loro barche e la rivendevano in città. L’acquedotto arriverà a Venezia solo nel 19 secolo, in questo periodo vengono anche posizionate le numerose fontanelle in ghisa che tutt’ora si possono trovare in città.

2020 bevetela e godetevela

L’acqua di queste fontane è gratis, potabile, pulita e a km 0, sempre controllata e quindi ottima per ricaricare borracce e bottigliette e dare una mano all’ambiente evitando lo spreco di plastica, usatele durante le vostre passeggiate a Venezia. Se andate sul sito di Veritas, la società che si occupa di fornitura e controllo dell’acqua, potete trovare una mappa con la collocazione di tutte le fontanelle in città. L’acqua di Venezia è una tra le migliori in Italia, costantemente monitorata; viene pompata direttamente da falde sotterranee della terraferma oppure proviene dai fiumi che confluiscono nella laguna, in questo caso viene prima filtrata e pruficata. Spesso le fontane sono a getto continuo per evitare che l’acqua si surriscaldi e accumuli carica batterica, l’acqua non utilizzata non viene sprecata, viene raccolta, filtrata e messa nuovamente in circolo. Durante l’inverno molte fontane vengono chiuse per evitare il congelamento delle tubature, sono nuovamente funzionanti a primavera.

Le fontanelle sono una risorsa indispensabile durante gli afosi mesi estivi, una pausa rinfrescante anche per i nostri amici a quattro zampe! Alcune fontanelle sono collocate vicino o all’interno di una vera da pozzo, altre nei giardini pubblici, altre ancora nelle calli più nascoste…potete sempre chiedere ad una guida Streaty! Nella maggior parte delle fontane, l’acqua sgorga dalla bocca di un leone, simbolo della Serenissima, utilizzatele durante la vostra visita a Venezia, date una mano all’ambiente e aprofittate di questa risorsa gratuita in città!

Articolo scritto dalla guida Streaty Alice Elettra Dalla Palma

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